Login
Le origini della Fondazione Crosina Sartori Cloch - Trento |
![]() |
![]() |
![]() |
Il primo nucleo dell’attuale Fondazione Crosina Sartori Cloch trova atto costitutivo all’inizio dell’Ottocento grazie al patrimonio lasciato dal Barone Simone Felice Crosina che nel suo testamento (del 1775) nominò “eredi suoi universali… gli orfani di questa città”. Alla morte della vedova, nel 1811 la Congregazione di Carità dà avvio all’organizzazione dell’orfanotrofio, accogliendo inizialmente 9 bambini. Nel 1835 l’orfanotrofio conosce un importante passo avanti grazie al lascito di Bartolomeo Sartori, 600.00 lire austriache. Bartolomeo Sartori dispone nel suo testamento che la sua casa venga utilizzata come ricovero per gli orfani e lascia aperta la possibilità di unire a questa istituzione anche l’Istituto Crosina. Grazie a questa consistente liquidità, si iniziano nel 1850 i lavori di realizzazione della nuova sede in Via San Giovanni Bosco (1850), dove l’Istituto si trasferisce nel 1870. Nel 1886 si aggiunge anche il patrimonio lasciato da Maria Teresa Cloch, vedova Ranzi, che nel suo testamento designa come propria erede la Congregazione di Carità con l’obbligo di utilizzo del patrimonio e dei suoi frutti al mantenimento e all’educazione di fanciulle orfane, da ospitare nell’orfanotrofio femminile. Il patrimonio che si è andato così ad accumulare e modificare viene amministrato dalla Congregazione di Carità fino al 1937, anno in cui i patrimoni Crosina eSartori vengono sottoposti all’amministrazione dell’Ente Comunale di Assistenza di Trento. Stessa sorte tocca anche al lascito Cloch. Così nel 1973 l’ECA crea un ente unico con il nome di Fondazione Crosina-Sartori-Cloch. Nell’ottobre del 1991 la Fondazione assume una propria autonomia gestionale con l’insediamento di un consiglio d’amministrazione i cui membri vengono nominati dal Comune di Trento e dalla Provincia. Nel 1994 viene annesso anche il patrimonio dell’estinta Fondazione Francesco a Anna Ranzi e la Fondazione comincia ad operare sotto la forma giuridica di IPAB (istituzione pubblica di assistenza e beneficenza). Nel corso del 2007 la Fondazione affronta la transizione fino alla forma giuridica di Azienda pubblica di servizi alla persona. |